Sul blog Letteratitudine c’è una rubrica in cui gli autori raccontano come sono nati i loro libri. Quando sono stata invitata a partecipare, ho pensato che potesse essere interessante (visto che molto si sa di come Città sommersa è nato) descrivere un po’ il making of, il progetto e il lavoro pratico che c’è stato dietro, quali sono state le mie scelte, le “illuminazioni”, i vicoli ciechi. Dato poi che l’immagine, l’immagine sognata, desiderata e infine a volte ottenuta, ha un ruolo così importante nel libro, sono molto contenta che per la prima volta siano riprodotte nel pezzo due foto di mio padre giovane e bambino, che vengono descritte nel libro e che fanno indissolubilmente parte del lavoro di cui scrivo qui.