Ieri è uscito un altro libro che ho tradotto, questa volta per Bompiani. È un romanzo molto crudo, con una voce narrante durissima, corrosiva e concitata, che parla di carne, di sangue, di Dio, di superstizione, di violenza, di follia post-traumatica, ma anche dei sentimenti inconfessabili che animano talvolta le nostre scelte e la nostra esistenza – Masechaba, la protagonista, diventa medico per desiderio di potere e di affermazione personale, e riesce ad ammettere solo con se stessa il proprio senso di colpa per la sua indifferenza verso i pazienti, la sua stanchezza, la sua assenza di empatia; e anche la scelta nobile che compie, in un Sudafrica contemporaneo xenofobo e feroce, la scelta che pagherà a un prezzo indicibile, è in realtà in gran parte desiderio narcisistico di compiacere gli altri, di apparire migliore di quello che è. Ma da qualche parte c’è anche una speranza autentica, una forza viva che può crescere nella notte.